Il nuovo anno è arrivato ricco di attività e momenti d’incontro. Dal mese di marzo abbiamo iniziato un progetto teatrale rivolto ai residenti della Nuova famiglia e ai disabili adulti del territorio, con il fine di migliorare la dimensione relazionale all’interno del gruppo e promuovere la cooperazione e l’integrazione tra le persone. Il progetto è stato co-finanziato dalla Fondazione Monza e Brianza nell’ambito del Tempo libero e si articola in tre aree di performance: un progetto teatrale a cura di un arteterapeuta, un percorso di fotografia seguito da una professionista del settore, un progetto musicale che farà da colonna sonora allo spettacolo teatrale conclusivo.
Con questo progetto si intende realizzare un percorso di attività di tempo libero, finalizzato alla scoperta della residenzialità come tematica dell’abitare, dello stare in un luogo per stare al meglio con se stessi e con gli altri, attraverso l‘inclusione sociale di persone adulte con disabilità e lo sviluppo di modalità relazionali e sociali con persone con cui si condivide il momento del tempo libero.
Il contesto della Nuova Famiglia, aperto anche ai disabili del territorio come avvicinamento alla residenzialità, rappresenta infatti un “contesto di vita” dove riflettere su questa tematica attraverso il fare con gli altri: prendendo come riferimento i traguardi dell’autonomia e dell’emancipazione durante il tempo libero, si intende affrontare la tematica del diritto di esprimere una propria individualità all’interno della vita relazionale, sociale dei contesti di vita e delle possibilità attraverso le quali questo diritto può realizzarsi.
L’abitare costituisce il nucleo centrale del progetto di vita adulta di ogni persona, dunque anche di quelle in condizione di disabilità, in quanto contribuisce a determinare la qualità della vita di ogni individuo. Con questo progetto si intende favorire processi di riflessione, attivare e sostenere processi di collaborazione fra disabili che vivono e abitano gli spazi della comunità.
Il tema dell’abitare rappresenta una questione cruciale, e si inserisce tra i progetti del territorio che valorizzano la possibilità di realizzare il proprio percorso di vita all’interno della comunità di appartenenza, in rispondenza dei propri desideri, trovando nel contesto comunitario non solo un’occasione di inclusione, ma anche la possibilità di espressione del proprio valore, e dunque di contribuire come parte attiva alla costruzione del bene comune.
Ogni incontro in cui si articola il percorso si prefigge di essere un momento divertente all’interno del quale, per ogni ospite, verranno messe a disposizione tecniche che stimolano la scoperta delle potenzialità del proprio corpo: – abbiamo fatto movimenti, un quadro: ci siamo riuniti in gruppo per creare una fotografia che rappresenta lo stato d’animo di tutti noi -.
– Il teatro mi aiuta a tirare fuori ciò che sappiamo fare: il meglio di noi. Abbiamo eseguito al meglio: mi piace l’attività : mi sento abile – dice L. durante un momento di confronto sul tema del teatro, in cui si dà l’opportunità di sperimentare la propria espressività attraverso il gesto, la voce e il movimento in un contesto stimolante.
-Si tratta di un’esperienza nuova perchè ci integriamo con persone diverse, non solo che fanno parte della nostra comunità – dice G., facendo riferimento alla possibilità del laboratorio teatrale di migliorare la dimensione relazionale all’internio del gruppo, promuovendo la cooperazione e l’integrazione tra le persone.
Concludendo che cosa è il teatro per la Nuova Famiglia? Rappresenta un luogo del possibile dove è possibile giocare, fare esperienze sia del proprio mondo interiore con i propri sogni, emozioni e modalità di relazione con gli atri. L’esperienza teatrale, nell’ambito della dimensione protetta e accogliente del laboratorio, è pensata in relazione alle esigenze di ogni singolo partecipante, ai loro interessi e capacità, alla scoperta di sè e all’interazione cooperativa con gli altri.
La coordinatrice
Alessia Francescon